Dicevamo la scorsa volta che si tratta di esserini piccoli, decisamente fastidiosi e, soprattutto, si trovano un po’ ovunque, anzi i loro areali si stanno drammaticamente allargando. Parliamo sempre delle beneamate zanzare. E capiamo come difenderci.
In questa puntata vedremo meglio come scegliere il repellente giusto, come si fa a studiare la loro azione e come agiscono – ti anticipo già che lo studio dei repellenti implica spesso la collaborazione di braccia umane pronte a farsi pungere (seguiranno immagini).
Intanto giusto per entrare nel mood ti lascio da leggere questo brano tratto da I cosacchi di Lev Tolstòj:
La giornata era perfettamente chiara, serena, calda. La freschezza del mattino si era asciugata perfino nel bosco, e miriadi di zanzare gli coprivano letteralmente il volto, la schiena e le braccia. Il cane da nero era diventato grigio: la sua schiena era tutta coperta di zanzare. La circassa, attraverso la quale facevano entrare i loro pungiglioni, era diventata dello stesso colore. Olenin era pronto a mettersi in salvo dalle zanzare; gli sembrava già che non fosse nemmeno possibile vivere d'estate alla stanica. Si era già incamminato verso casa; ma, ricordatosi che ci viveva anche della gente, si decise ad avere pazienza e iniziò a darsi in pasto.
E, cosa strana, verso mezzogiorno questa sensazione gli divenne perfino piacevole. Gli sembrava addirittura che, se non ci fosse stata quell'atmosfera di zanzare che lo circondavano da ogni lato, quella pasta di zanzare, che gli si spalmava sotto la mano sul viso sudato, e quel prurito noioso per tutto il corpo, allora quel bosco avrebbe perso per lui il suo carattere e il suo fascino.
E grazie a Robin Bates per avermi fatto trovare questa chicca, anzi ti consiglio il suo libro.
Maestre di versatilità
Devo sottolineare che la maggior parte degli studi, citati in questa e nella puntata precedente, sono stati condotti sulle zanzare vettore di malaria e altre malattie infettive poiché, per ovvi motivi, sono quelle al momento di maggiore interesse per la salute pubblica.
Le zanzare ci intercettano grazie a numerosi segnali: anidride carbonica, odore della nostra pelle, calore corporeo. Una ridondanza di segnali che consente loro di essere operative in svariate condizioni, anche quando cerchiamo di mettere fuori uso i loro sensori. A gennaio di quest’anno, per esempio, è uscita sulla rivista scientifica Science Advances una ricerca nella quale si osserva che la zanzara Aedes aegypti, vettore di Dengue, febbre gialla e Zika, riesce a sfruttare bene la propria sensibilità al calore mietendo vittime anche quando il suo olfatto non funziona.


Lo studio è stato condotto nel laboratorio di Leslie Vosshal (Rockfeller University, New York), uno dei principali al mondo per lo studio delle zanzare, del loro olfatto e della loro biologia. Lei, che tra l’altro ha raccontato in varie interviste come ami annusare la sua pattumiera con i residui di cibo e ha una tarantola come animale domestico, da anni si occupa con il suo team di ricerca di una struttura associata ai recettori olfattivi della zanzara, il co-recettore ORCO, fondamentale per il loro funzionamento. Sul mio blog vintage trovi un articolo su ORCO e alcuni di questi studi.
Braccia per la scienza
Non solo in senso metaforico, visto che alcune delle ricercatrici e ricercatori del laboratorio di Vosshal durante alcuni esperimenti hanno offerto le proprie braccia per eseguire gli esperimenti, ma anche dandosi in pasto alle zanzare (e ricevendo poi gli opportuni trattamenti per le reazioni alle punture). Infatti, uno dei saggi per testare molecole antizanzara e studiarne i meccanismi, consiste in due tipi di test (e varianti):
il test di membrana, nel quale in una teca a condizioni controllate è presente una membrana che mima la pelle umana e sulla quale è stata applicata la sostanza da testare, e si osserva se le zanzare la evitano oppure no.
In queste condizioni sono monitorati anche altri parametri: anidride carbonica, temperatura, umidità per vedere se e come influenzano il comportamento degli insetti.
Test su braccia umane: in questo caso la persona volontaria infila le braccia in due teche separate. Un braccio trattato con il repellente e l’altro no, e si osserva di nuovo dove le zanzare pungono di più.

Ho fatto questi due video durante una conferenza di Vosshal, li trovate insieme ad altri e molto altro materiale sul sito del laboratorio.
In breve, parte di queste ricerche puntano a trovare molecole che mandino in tilt il sistema ORCO: messo quello fuori gioco, le zanzare diventano più confuse e faticano a stanare la nostra pelle. È ciò che fa, interagendo anche con la ricezione dell’anidride carbonica, il DEET (N,N-Diethyl-meta-toulamide), al momento uno dei repellenti più efficaci. anche se molti aspetti del suo meccanismo di azione – come ha lamentato molte volte Vosshal – non è ancora del tutto chiaro.
Da quello che sappiamo, DEET interferisce con il sistema olfattivo delle zanzare, ma anche e in modo indipendente con i recettori del gusto presenti sulle loro zampe anteriori:
le vampire quando planano sulla pelle, di fatto, ci assaggiano con le zampe. Inoltre, da quanto emerso nello studio citato prima, percepiscono con alcuni recettori specializzati anche la nostra temperatura, come per accertarsi insomma di essere atterrate su un corpo vivo e succulento.
Quindi che facciamo?
Abbiamo un buon grado di conoscenza degli odori che, in generale, sono più appetibili anche per le zanzare più comuni (il piede sudato e formaggioso piace un po’ a tutte), la cosa più difficile è venire a capo di “dosi e proporzioni” e il fatto che la zanzara abbia più sistemi per stanarci rende tutto ancora più complicato.
Come ormai avrai capito, ogni specie ha un suo cocktail di odori preferito e quindi, anche se spesso le molecole coinvolte sono le stesse, sono le loro dosi nei vari mix a fare la differenza. Proprio come il gin o la vodka nei cocktails, per restare sulla stessa metafora. Questo è, se vuoi, uno dei concetti fondamentali che spero porterai con te, perché è anche la chiave che ti permetterà di capire come funzionano – o non funzionano – i repellenti che trovi in commercio.
Vade retro zanzara! Citronella, zampirone o spray?
Arrivatə a questo punto immagino starai un po’ sulle spine per sapere se tutte quelle cene a lume di citronella abbiano mai davvero avuto senso; se quel prodotto al geraniolo che promette di tenerle tutte lontane ma di essere naturale valga davvero l’investimento; oppure se lo spray antizanzare di ultima generazione comprato in armeria e suggerito per le paludi tropicali non possa finalmente tenere a bada anche le zanzare della pianura padana.
Il discorso, come al solito, è complicato, o forse in realtà no, se ci si affida a uno strumento al servizio di consumatori e consumatrici e che ci permette di avere un primo chiaro barlume di discernimento sui prodotti in commercio. Fondamentalmente i prodotti antizanzara, repellenti e simili, che “funzionano” (ci torno tra un secondo) portano la dicitura “presidio medico-chirurgico” – esattamente come disinfettanti e compagnia bella. I repellenti rientrano nella categoria “biocidi” e da regolamento, per poter essere registrati come presidio medico-chirurgico, devono aver passato dei test di efficacia.
Siccome sull’argomento c’è chi ne ha già scritto e parlato con dovizia, vi cito qui direttamente Renato Bruni, professore associato di Biologia farmaceutica presso l’università di Parma ed esperto della relazione tra chimica, piante e benessere, oltre che scrittore divulgatore:
“Le leggi che su scala nazionale ed europea regolano e definiscono ciò che i produttori possono (o devono) dichiarare sulle confezioni dei loro repellenti distinguono chiaramente il principio attivo biocida e il prodotto formulato, che vengono valutati separatamente. Il primo deve far parte di precise liste pre-autorizzate, per accedere alle quali, bisogna produrre esaustivi dossier di efficacia, dosi, condizioni d’uso, possibili controindicazioni, impatto ambientale e tossicità. (…)
In altre parole, un presidio medico chirurgico repellente che dichiara sulla confezione di difendere dalle punture di zanzara per 4 ore deve aver prodotto al ministero della salute una serie di esperimenti a conferma di quanto affermato, in genere realizzati col sistema del braccio inserito nella scatola piena di zanzare”
Per i saggi di repellenza, come gli esperimenti che ho citato prima, esistono protocolli e linee guida dell’organizzazione mondiale della Sanità, e sono fatti per garantire che siano testate sia l’efficacia sia la sicurezza del prodotto.
Cito di nuovo:
“Non è infatti un caso se sui braccialetti con oli essenziali e sulle candele di citronella non si trovano registrazioni come presidio medico chirurgico: è perché sappiamo che non hanno dimostrato efficacia sufficiente.
Tutto ciò che troviamo in vendita con altre diciture non ha obbligo di dimostrare efficacia ed è quasi sempre da trattare alla stregua di un cosmetico.”
Lo so, il mondo è difficile. Prendi quel vaso di geranio, ora posalo sul balcone e vai a comprare un repellente vero.
Ma come?!
Dosi e proporzioni, ricordi? Questo dovrebbe diventare un mantra e sarebbe utile tenerlo sempre a mente, non solo con le zanzare, ma ogni volta che si ha a che fare con ingredienti, composti, “sostanze” e “veleni” – veri o ipotetici – presenti nei prodotti che usiamo tutti i giorni e contro i quali a un certo punto parte una qualche campagna che “avvisa” di fare attenzione. Attenzione a che? Perché? Ma soprattutto, perché allora dovrebbe essere in commercio se non è sicuro? (e infatti, se è a norma di legge è sicuro).
C’è una sola cosa da fare quando ti imbatti in un claim o in qualcunə che dice che quella data sostanza fa o non fa qualcosa.
Più che chiedere genericamente se sia vero o falso, prova a domandare in quali condizioni? A che dose? Dopo quante dosi nel tempo avrà quel effetto (benefico o tossico che sia)?
Prendiamo, per esempio l’aglio. Un estratto concentrato di aglio al 100% può avere sulla pelle un’efficacia repellente di un’ora. Azione repellente che però probabilmente a quel punto avrà avuto non solo sulle zanzare. D’altra parte la maggior parte degli oli essenziali, dagli estratti di citronella, alla lavanda a diversi altri, senza una opportuna formulazione del prodotto finale hanno di solito poca persistenza e quindi ne servono gradi quantità e molte applicazioni ravvicinate. Inoltre, molti di questi sono fotosensibilizzanti, allergenici e possono dare irritazione, soprattutto se combinate con l’esposizione al sole. Sempre per riprendere ciò che spiega Renato Bruni, si tratta di considerare anche l’efficacia pratica di un prodotto. Ossia, non serve solo che esso sia efficace – e sicuro – deve anche poter essere usato in modo facile e sensato (vedi l’aglio). Ecco perché alla fine, al netto di usabilità (che non evapori troppo in fretta e richieda applicazioni ogni 5-10 minuti, non unga e possa inserirsi in una formulazione opportuna, non dia altri fastidi, abbia un costo ragionevole, ecc.), efficacia e sicurezza a oggi le molecole e prodotti più validi sono a base di:
DEET, gia citato; Picaridina, IR3535 (etil butilacetilaminoproprionato), olio essenziale di citronella e geranio se nelle opportune formulazioni; PMD (para-methane-3,8-diol, detto anche citridiol). Se sei curiosə prova a leggere l’etichetta del tuo repellente e guarda se vi trovi uno di questi.
Per un approfondimento chiaro e articolato della faccenda ti rimando direttamente al libro di Bruni da cui provengono le citazioni di sopra: Bacche, superfrutti e piante miracolose, un libro preziosissimo.
Concludo lasciandoti questo:
Breve vademecum zanzarifero
1. L’antizanzara funziona se lo applichi.
2. Se riporta la dicitura Presidio Medico Chirurgico significa che ne hanno dovuto provare l’efficacia, altrimenti non è detto che funzioni.
3. Se c’è scritto Presidio Medico Chirurgico e ha odore di citronella o geranio, il ruolo di questi due è probabilmente emozionale: hanno un profumo che dice al tuo cervello “sono un anti-zanzara ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via. Dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo.”
4. Non sei un geranio, il repellente se non lo produci autonomamente col tuo corpo va riapplicato a distanza di 2 o 4 ore a seconda del prodotto: bisogna sempre leggere le modalità e condizioni d’uso.
5. Su neonati al di sotto dei sei mesi, usare solo barriere fisiche: zanzariere e abbigliamento adeguato, a eccezione di casi di particolare pericolo, come da indicazioni di OMS e Servizio Sanitario Nazionale.
6. Nei bambini al di sotto dei due anni e donne in gravidanza (dal secondo trimestre in avanti) preferire le barriere fisiche o DEET al 10 per cento.
7. La combo candela alla citronella e anguriata fa parte di un rito estivo che ci protegge dal logorio della vita moderna, ma funziona solo se abbinato a un opportuno antizanzara.
Appuntamenti e odorbilia
Masterclass, workshop e altri incontri riprenderanno dopo l’estate, mentre con la newsletter proseguiamo ancora fino ad agosto.
Nella puntata del podcast in Essenza mi hanno intervistata a proposito di memoria e odori
Lo scienziato Swarnadip Ghosh, del National Centre for Biological Sciences (NCBS) a Bengaluru (India), ha composto una breve poesia a tema:
Quando l'odore svanisce,
la zanzara non punge,
ti stana dalla
puzza dei tuoi piedi.
Il naso non funziona? Nessun problema -
Lei ha gambe che sentono il calore,
e considera ancora il tuo sangue
una delizia a cinque stelle.
Mia traduzione libera, qui trovi il testo originale.
Copertina di una rivista scientifica dedicata al dipinto di Claude Monet Chrysanthemums, 1897. La sostanza pyrethrum e la famiglia dei Pyretroidi, estratti da alcune specie di crisantemo hanno attività antizanzara. Un composto a base di questi fiori era usato già nell'antichità nella medicina cinese e fu poi introdotto in Europa nel Diciottesimo secolo.