#3 Odori molesti e come trovarli
Dove si parla di battaglie legali, atterraggi di emergenza e cittadinanza attiva
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Odori molesti a Lodi
Devi sapere che sono cresciuta tra il nord e il sud Italia. Pugliese di origine, abbiamo vissuto a Taranto fino a quando ho avuto sette anni (la prima e la seconda elementare le ho fatte giù), e quindi ho ricordi abbastanza nitidi della vita in una città chiassosa di mare. Uno dei più vividi è la vita di condominio. E non mi riferisco alle scaramucce e alle interminabili “riunioni”, ma proprio alla vita quotidiana. Quella – signora mia – dei tempi forse andati che, almeno giù da noi, consisteva anche in lunghe chiacchierate di pianerottolo o nel su e giù tra un piano e l’altro per andare a chiedere il sale o la cipolla alla vicina. E, al mattino, la musica a tutto volume della signora di sotto mentre puliva casa e lasciava la porta di ingresso spalancata per far asciugare più in fretta i pavimenti – di quel appartamento ricordo nel corridoio un ghepardo in ceramica che ai tempi sarà stato alto come me, uno di quelli che ora vanno a ruba nei negozi vintage di Milano per capirci; mi attraeva. Ma poi, soprattutto, gli odori di quando si cucinava, già dal mattino presto.
A chi non è capitato almeno una volta di entrare nel proprio condominio, o quello altrui, ed essere investitə da un forte odore di soffritto, o zuppa, o curry, o frittura o, qualche volta, dal sentore caldo di una torta appena sfornata? Una di quelle cose che, diciamocelo, finché sei tu a cucinare va tutto bene, ma quando è il vicinato è un attimo che si fa molesta. Se poi è un tipo di cucina diversa dalle tradizioni di famiglia, apriti cielo. E vogliamo poi parlare degli odori dei ristoranti sotto casa? E, già che ci siamo, dello street food?
Insomma, gli odori ambientali sono causa di scontri non da poco. Se si fa un giro in rete si troveranno numerosi casi di denunce legali per odori molesti, diatribe in tribunale e titoli di giornale. Si spazia dai diverbi tra vicinə di casa, tra vicinə di giardino e, tra le più frequenti, condominə ed esercenti con un ristorante o friggitoria nello stesso palazzo.
La questione è spinosa perché non vi è una regolamentazione chiara per gli odori molesti, anche perché come si fa a valutare se un odore è molesto?
Servono dei parametri misurabili che, con gli odori, non sono mai del tutto oggettivi.

In Italia ci sono state delle sentenze che hanno dato ragione a chi denunciava odori eccessivamente fastidiosi. E alcune di esse hanno fatto in qualche modo letteratura. Una, per esempio, (sentenza 13/05/2008 n. 19206, cassazione penale, Sez. III) ha riguardato i possessori di trenta gatti e quattro cani, i quali, rendevano il loro giardino particolarmente odoroso tanto da portare il vicinato alla denuncia.
Qui alcuni stralci della sentenza:
e più avanti:
Un’altra è del 2015. Fa sorridere, ma per uscirne ci si deve rifare al codice penale. Nella fattispecie, all’articolo 674 “Getto di cose pericolose” il quale stabilisce che:
Chiunque getta o versa, in un luogo di pubblico transito o in un luogo privato ma di comune o di altrui uso, cose atte a offendere o imbrattare o molestare persone, ovvero, nei casi non consentiti dalla legge, provoca emissioni di gas, di vapori o di fumo, atti a cagionare tali effetti, è punito con l'arresto fino a un mese o con l'ammenda fino a euro 206.
Capisci però che la questione odorosa rischia di esser presa un po’ per i capelli, perché la molestia è riferita principalmente a ciò che implica un danno o possibile danno per il benessere. Ogni singolo caso va poi, di fatto, valutato dal giudice, per cui ci sono anche volte in cui la denuncia non ha buon esito, come questa, più recente, in cui i proprietari di un ristorante avevano denunciato un vicino allevamento di suini, ma le esalazioni
“erano state ritenute, dal giudice a quo, non eccedenti la normale tollerabilità poiché non dovute alla emissione dei reflui dei maiali nell'area, bensì agli odori fisiologicamente prodotti dagli animali, non diversamente eliminabili”
La pace e la giustizia sono i due lati della stessa medaglia.
Dwight David Eisenhower
Per capirci, questa è una citazione che compare sulla home page di un sito privato che si occupa di abbattimento degli odori. Con le puzze non si scherza.

Un senso sfuggente
Gli odori sono difficili sia da acchiappare sia da misurare. Ciò che per una persona è puzza per un’altra può essere profumo; il soffritto può stuzzicare l’appetito di chi ha già fame quando è quasi ora di pranzo, ma nauseare chi ha già mangiato o, semplicemente, chi con quel odore ha poca familiarità. Poi certo, ci sono gli odori molto intensi e persistenti, ma il punto è proprio questo: persistenti per quanto tempo? Intensi quanto?
Cosa ci dice il cervello
L’odore àncora le nostre esperienze nella memoria, lo fa attraverso le emozioni e sfruttando i meccanismi di difesa con cui ci siamo evoluti.
Il cervello interpreta ciò che non ci piace, e nello specifico, gli odori molesti, come un potenziale pericolo. Quindi, non riesce a ignorarli e farsene una ragione. Inoltre, a seconda del contesto e di come interpretiamo quegli odori, questi diventeranno ancora di più fonte di fastidio o di piacere: se il soffritto di zia Cesira che invade i pianerottoli alla domenica ci può far sorridere – o penso alla mia sciarpa che dopo ogni cena dai miei si porta dietro un languido odore di melanzana fritta – quando quello stesso odore è prodotto da una persona che ci sta un po’ antipatica, che ci dà un po’ fastidio o che, magari invece, non ci ha fatto proprio nulla, ma semplicemente non la conosciamo, è diverso. Diventiamo meno tolleranti.
Non solo, se anche solo pensiamo o ci convinciamo che un dato odore sia prodotto da una sorgente tossica o possa non essere salubre, potremmo anche avere reazioni fisiche come nausea, mal di testa, vertigini.
È ciò che è capitato tempo fa aə passeggerə del volo 779 della Spirit Airlaines negli Stati Uniti, i quali iniziarono a sentirsi male per via di un odore molesto descritto come di “calzini sporchi”. L’ aereo, in volo da New York verso la Florida, dovette fare un atterraggio di emergenza e diverse persone furono mandate in ospedale per malori. Dalle investigazioni non emerse nessuna sostanza tossica o pericolosa presente sull’aereo.
Crediti: The Sun
Monitoraggio ambientale
Se ci spostiamo dal condominio ai quartieri e alle aree sia urbane sia suburbane e periferiche, il monitoraggio della qualità dell’aria comporta anche cercare di contenere puzze ed emissioni moleste soprattutto di origine industriale.
Sempre negli Stati Uniti, proprio l’altro giorno Pamela McDowell del Environmental Protection Agency (EPA) – l’agenzia di protezione ambientale ha rilasciato un’intervista al Newstalk, in cui incoraggia la cittadinanza a segnalare le puzze e gli odori molesti rilevati nell’ambiente.
È una strategia di cittadinanza attiva adottata anche in Europa e qui da noi in Italia, per cercare di far fronte all’esigenza di mappare e individuare sorgenti odorigene collegate a potenziali siti inquinanti, ma che tiene conto anche alcuni aspetti legati alla molestia olfattiva in sé.
L’odore non corrisponde a una grandezza fisica precisa, come la lunghezza d’onda per i colori, e, come dicevamo, non corrisponde neanche a precise e prevedibili caratteristiche chimiche, ogni persona annusando avrà una propria percezione di quel dato odore.
Di conseguenza gli enti governativi e le autorità che si occupano dei rilevamenti ambientali, così come di assicurare che i livelli di inquinanti siano entro parametri sicuri per la popolazione, con gli odori devono adottare altre strategie. Ne avevo scritto già ne Il senso perfetto, al momento il parametro di riferimento principale è chiamato FIDOL, acronimo che sta per: Frequenza, Intensità, Durata, Grado di fastidio (Offensiveness in inglese) e Luogo. Si tratta cioè della valutazione combinata di diversi fattori e del loro impatto sulle persone. Da qui anche l’idea di sfruttare proprio il feedback della popolazione per mappare più accuratamente il territorio.
Questo è solo uno dei tanti aspetti legato all’impatto degli odori sull’ambiente e su di noi. Ma va molto oltre: il modo in cui definiamo spazi e persone a partire dall’odore è profondamente legato al significato che attribuiamo loro. Sono le zone periferiche, quelle industriali, quelle degradate e povere ad essere anche le più puzzolenti. Vi è una linea olfattiva di demarcazione del privilegio, e chiunque, se si stappa il naso, può annusarla.
Gli estratti audio arrivano da qui.
Approfondimenti e titoli di coda
La legislazione
In Italia il documento di riferimento è il decreto legislativo DLgs 152/06 a cui sono stati apportati diversi aggiornamenti relativi alle emissioni odorigene e a ciò che riguarda autorizzazioni e controlli.
Intanto, Nuovi progetti di cittadinanza attiva, infatti, hanno permesso di definire e migliorare i protocolli per la valutazione degli odori molesti, e potenzialmente inquinanti, sul territorio. Vengono così create delle mappe del territorio che tengono anche presente i fattori climatici e meteorologici, poiché vento e precipitazioni, e temperature influenzano l’estensione e la diffusione degli odori.
Una bella storia è quella del monitoraggio degli odori molesti fatto in Sicilia, ma anche le Scuola degli odori organizzata dall’Ispra.
E qui un paio di altre cose utili:
Documento della regione Piemonte con le linee guida sull’inquinamento olfattivo da cottura di alimenti
Metodi misura olfattiva a cura dell’ Ispra (è datato, ma ha ancora diverse nozioni e indicazioni utili).
Il Libro Molestie Olfattive, che si rifà al progetto siciliano
Appuntamenti e odorbilia
il 15 maggio a Roma ci sarà la cerimonia di apertura di Aromata, un concorso internazionale ed un evento espositivo dedicato alla profumeria artistica e d’autore.
il 16 maggio ci saranno anche dei workshop di profumeria e il 17 conferenze tra cui “Donne e profumo nel mondo antico tra condanna moralistica e uso quotidiano” incontro con Prof. Giuseppe Squillace (esperto di profumi nell’antichità). Dettagli e contatti sul sito.
A Mantova dal 16 al 18 maggio c’è invece il Food and Science Festival
A Parma, nel parco della Fondazione Magnani-Rocca fino al 29 giugno la mostra FLORA. L’incanto dei fiori nell’arte italiana dal Novecento a oggi
Dove mi trovate:
- Online la mia prossima masterclass per Ateneo dell’olfatto si svolgerà l’8 maggio e sarà su Olfatto e emozioni
- In presenza terrò invece un laboratorio sul training olfattivo a Rimini, il 19 giugno. Le iscrizioni sono già aperte, ma i posti sono pochi…
- A breve altre date.